C’è una sola legge, quella di Bernarda Alba. Padrona, dispotica, solo in ultimo madre tremendamente sconfitta e vittima della sua stessa cecità. Sarà lei a pagare il prezzo più alto della dittatura imposta tra le pareti della sua Casa. Pareti anguste, tra cui niente è concesso, perché in tempo di lutto si deve soffrire, reprimere. E tacere. Il mondo, fuori, visto dalle finestre e rubato nelle notti colpevoli. Dentro gli echi ardenti delle ragazze segregate, private dell’entusiasmo dovuto alla loro giovane età, nutrite di invidia e reciproche gelosie. Sono piene di passioni, le sue cinque figlie. Passioni che come sempre, quando sono represse, diventano sogni e si realizzano in tragedie. Un cammino verso la disgrazia tesissimo, a tratti brutale, dove anche l’unica voce in grado di affrontare la legge di Bernarda è in realtà una voce ormai stanca e rassegnata all’inevitabile.