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Terzo libro delle Laudi, pubblicato sul finire del 1903, Alcyone è il capolavoro della poesia dannunziana. Lo scrittore celebra un’estate “mitica” realmente trascorsa tra Fiesole e la Versilia nel 1902 esprimendo la pienezza dell’essere umano in simbiosi con la natura e gli stati d’animo del superuomo che ridimensiona la sua entità individuale per fondersi con il paesaggio circostante. Immerso nella natura, tra le foci dell’Arno e del Serchio, il poeta loda ossessivamente la natura (La sera fiesolana) e magicamente si dissolve in essa (La pioggia nel pineto); ne interpreta le voci segrete, interroga le misteriose presenze femminili che essa evoca, modula le proprie sensazioni e la propria voce all’unisono con l’infinita varietà dei toni e delle voci della pioggia, del mare, del vento. E’ il trionfo dell’estetismo e del vitalismo. Il poeta avverte la sensualità diffusa in tutto l’universo, come linfa vitale e legge biologica di ogni creatura; e piega la propria voce ad adorare la natura sensibile, a confondersi in essa, per attingere così l’unica dimensione divina che conosce. In scena gli allievi del Terzo Anno porteranno un’accurata selezione delle liriche dell’Alcyone per la regia di Claudio Calafiore.